BIENNALE VENEZIA, IL FUTURO DELL’ARCHITETTURA E’ IN AFRICA

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La biennale dell’architettura di Venezia 2023 presenta ogni anno le innovazioni e le novità sul mondo dell’edilizia artistica. Vale a dire i processi di realizzazione estetici, oltre che funzionali e strutturali. Una vetrina internazionale in cui vengono premiati ed esibite le opere di tanti professionisti. La biennale di Venezia, fondata nel lontano 1895, è la più importante fondazione culturale in Italia e tra le più prestigiose nel mondo.

Tra i vari elementi a corredo di un’impronta architettonica individuale e personalistica, senz’altro fa forte perno la cultura di un dato individuo, sia essa assoluta o parziale. A trarre dinamica ispirazione anche il contesto sociale, il quale muta a seconda dell’area geografica presa in esame. In tal senso, in questa edizione del 2023, a salire sul podio dell’innovazione eco sostenibile, il nigeriano Demas Nwoko.

Demás Nwoko vince il Leone D’oro alla carriera della 18. Mostra Internazionale dell’architettura alla Biennale di Venezia. Si definisce artista-designer e le sue opere hanno caratterizzato gli ultimi 70 anni dell’edilizia africana, con idee, etica e approccio orientati verso un futuro sostenibile ed equo. Un futuro che deve essere ancora compreso, analizzato, e celebrato.

Passato, presente e futuro. Le idee che vincono si evolvono.

Uno dei temi centrali di questa edizione è infatti la commistione tra opere materiali e immateriali. Uno sguardo al presente ma orientato al futuro e al cambiamento. Un’intera storia di ricerca ed evoluzione stilistica. Un faro per Demas, in un territorio fortemente influenzato dall’ingerenza occidentale.

Questo profondo desiderio di fondere e sintetizzare piuttosto che di spazzare via, ha caratterizzato il lavoro di Nwoko per oltre cinquant’anni. È stato uno dei primi creativi nigeriani dello spazio e della forma a criticare la dipendenza della Nigeria dall’Occidente per i materiali e i beni importati, oltre che per le idee, ed è sempre rimasto impegnato nell’utilizzo delle risorse locali.

Lesley Lokko, curatrice della Mostra

Una boccata d’aria fresca la possibilità di premiare un territorio fortemente penalizzato ma al contempo ricco di risorse. Un lavoro se vogliamo ancora più difficile, per via delle problematiche di approvvigionamento, ma portato avanti con dedizione e studio.

Da una grande famiglia derivano grandi opportunità

Demas Nwoko è figlio del Re Nwoki secondo. La sua ispirazione comincia dalle forme dei complessi architettonici della sua città. In particolare del palazzo regale, ideato da suo nonno. L’artista ha studiato al Nigerian College of Arts, Science and Technology nella città di Zaria.

E’ stato proprio questo il luogo dove l’artista ha potuto sperimentare per la prima volta le sue idee, promuovendo insieme ad un team di specialisti, il concetto di “sintesi naturale”. Un’impostazione che potesse colmare e reinterpretare con elementi autoctoni le prevalenti forme di dottrina coloniale. Il decennio 60-70 ha visto una crescita esponenziale di Demás Nwoko, il quale ha ricevuto il suo primo incarico di lustro: la costruzione dell’Istituto Domenicano di Iban.

Una biografia incentrata sulla ricerca. Attraverso diverse esperienze di vita, il tocco estremamente individuale dell’artista, si riflette su ogni forma e linea. Un intricato gioco di prospettive che unisce due continenti, quello africano e quello europeo, in una commistione eccezionale.

L’arte moderna riparte e si trasforma, in un luogo spesso dimenticato ma di grande ispirazione. La concezione di una nuova forma stilistica è la conseguenza di un lungo percorso, spesso dalla durata indefinita. Matura attraverso tentativi e processi di consapevolezza, non sempre chiari e trasparenti.

Il “Laboratory of Future” (nome della Mostra alla Biennale), è soprattutto questo: una fucina di tentativi e consapevolezze. Una chiara visione del futuro e delle sue esigenze. Un abbraccio fraterno ad un mondo che ha bisogno della nostra cura e protezione. Un mondo di unità e sostenibilità ambientale.

Ph Credit Biennale Architettura 2023

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