Efficientamento energetico degli edifici: primo step verso la decarbonizzazione della nostra economia

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Risolvere la crisi energetica, ridurre le bollette delle famiglie, soddisfare i bisogni delle generazioni presenti e non compromettere quelli delle generazioni future sono alcuni dei motivi per i quali è necessario dirigersi verso un’edilizia sostenibile

Ne abbiamo parlato con Paolo Curati e Stefano Cera rispettivamente Presidente e Segretario Generale dell’Associazione F.I.V.R.A. (Fabbriche Isolanti Vetro e Roccia Associate).

Negli ultimi anni è aumentata l’attenzione verso l’edilizia sostenibile e, il conflitto in atto tra Russia e Ucraina, ha ancor di più posto al centro del dibattito il tema del risparmio energetico. In tal ottica si muove la Direttiva europea sulla prestazione energetica in edilizia (Energy Performance of Building Directive). Perché ritenete importante tale proposta?

Gli edifici europei sono responsabili di circa il 40% dell’intero consumo energetico e di circa il 36% delle emissioni climalteranti dell’Unione Europea. Queste stesse cifre riguardano il nostro paese. Sono cifre che vengono ripetute spesso ma su cui credo non ci si é soffermati abbastanza. È irrazionale pensare di risolvere la crisi energetica senza partire dal settore che consuma ed emette più di ogni altro. – ha risposto Stefano Cera, Segretario Generale di F.I.V.R.A. – La Direttiva europea sulla prestazione energetica in edilizia mira a definire il quadro di obiettivi e tempi per ridurre il consumo energetico del parco immobiliare (sia pubblico che privato) e raggiungere la sua de-carbonizzazione entro il 2050.

Gli obiettivi della direttiva sono molteplici. – ha detto Paolo Curati, Presidente dell’Associacione F.I.V.R.A. – Essa consentirà non solo di ridurre drasticamente le bollette energetiche delle famiglie, soprattutto quelle più svantaggiate, ma anche di migliorare il comfort degli edifici (ognuno di noi trascorre circa il 90% del proprio tempo all’interno di edifici) e di incrementarne il valore immobiliare. Da un punto di vista macroeconomico e sociale la direttiva ridurrà drasticamente la dipendenza energetica del nostro paese dal gas e dai combustibili fossili, creerà crescita economica in uno dei settori più importanti della nostra economia e creerà milioni di posti di lavoro non delocalizzabili, necessari per la progettazione e la realizzazione degli interventi di riqualificazione degli edifici.

Dott. Paolo Curati, Presidente F.I.V.R.A.
Dott. Stefano Cera, Segretario Generale F.I.V.R.A.

Riuscire a centrare gli obblighi nazionali ed europei di riduzione delle emissioni climalteranti è fondamentale. Anche per questo il tema della riqualificazione degli edifici è entrato in maniera forte nel dibattito politico e sociale. Spesso però, sentir parlare di riqualificazione e di ristrutturazione degli edifici e delle case, potrebbe confondere e spaventare i cittadini. Dott. Cera, Le volevo chiedere, quali sono gli interventi da adottare per rendere efficienti edifici e abitazioni da un punto di vista energetico?

Un edificio efficiente dal punto di vista energetico è un edificio con basso fabbisogno di energia. Quindi per rendere un edificio efficiente, il primo intervento da effettuare è la coibentazione dell’intero involucro edilizio (pareti, pavimenti, copertura, finestre e porte-finestre). Questo intervento è quello che consente il maggior risparmio di energia. Secondo un recente studio condotto dal centro studi Building Performance Institute Europe (BPIE), coibentando tutti gli edifici residenziali in Italia sarebbe possibile ridurne il consumo energetico fino al 49%. Un edificio efficiente permette poi di soddisfare il suo restante fabbisogno energetico per riscaldamento e raffrescamento con fonti rinnovabili di energia.

Dunque in edifici ad alta efficienza energetica fondamentale risulta essere la coibentazione dell’intero edificio. Esistono varie tecnologie per far ciò, le aziende che fanno parte dell’Associazione F.I.V.R.A. sono specializzate nell’utilizzo di lane minerali (lana di vetro e lana di roccia). Presidente, quali sono le caratteristiche di questi prodotti?

Tra i possibili isolanti termici, le lane minerali occupano un posto di rilievo perchè sono ottimi isolanti non solo in inverno (contro il freddo), ma anche in estate (contro il caldo). Inoltre, grazie alla propria natura fibrosa, possiedono anche ottime proprietà acustiche ed impediscono pertanto non solo il passaggio del freddo e del caldo ma anche del rumore. Infine, le lane minerali sono tra i pochissimi isolanti incombustibili. Quest’ultima caratteristica è stata sottovalutata per lungo tempo ma alla luce dei recenti incendi, è ora rivalutata, anche dalla legislazione nazionale. In particolare, la recente Regola Tecnica Verticale n. 13 “Chiusure d’ambito degli edifici civili” ha aggiornato il Codice di Prevenzione Incendi prevedendo l’impiego di tali isolanti nelle zone più critiche dell’involucro esterno.

Rivolgendo uno sguardo anche agli standard di sostenibilità ed ai principi di economia circolare che devono essere rispettati durante il ciclo di vita degli edifici e degli elementi che lo costituiscono, volevo chiederLe Dott. Cera, quanto e in che modo le lane minerali rispettano tali standard?

Un edificio sostenibile è un edificio che soddisfa i bisogni delle generazioni presenti e non compromette la medesima possibilità per le generazioni future. Le lane minerali soddisfano i bisogni delle generazioni presenti fornendo performance termica, acustica ed antincendio e soddisfano i bisogni delle generazioni future grazie alla loro lunga vita utile (cfr. https://www.fivra.it/approfondimenti/332-la-durabilita-dei-prodotti-in-lana-minerale) e grazie all’utilizzo, nella fabbricazione del prodotto, di elevate percentuali di materie derivanti da riciclo e recupero.

L’approccio circolare è già largamente usato dai produttori di lane minerali che utilizzano rifiuti derivanti da altri cicli industriali o dai loro stessi prodotti, una volta diventati rifiuti. È un esempio di circolarità reale e non solo teorica: gli isolanti non solo sono realizzati con materie riciclate/recuperate ma loro stessi diventano materia riciclata/recuperata per la produzione di nuovi isolanti.

La transizione energetica e la riqualificazione del parco immobiliare sembrano tappe obbligate. Saranno necessarie competenze e finanziamenti per realizzare quest’agenda. Presidente Curati, come pensate di affrontare e superare questi ostacoli?

La riqualificazione energetica del nostro parco immobiliare richiederà risorse e competenze così come lo richiederebbero investimenti in infrastrutture energetiche. Noi crediamo che l’efficientamento energetico degli edifici sia il primo indispensabile step verso la decarbonizzazione della nostra economia. Un’opportunità unica per il nostro sistema produttivo e per le imprese.

Le competenze si creeranno se vi sarà certezza del quadro regolatorio e una visione di lungo periodo. Le imprese investiranno in formazione se il quadro normativo fisserà obblighi da raggiungere al 2030, 2040 e 2050. Per i finanziamenti, abbiamo strumenti, ormai ventennali, come il sistema degli incentivi fiscali che possono darci una mano.

Occorre stabilizzarli, rivederli, magari riducendo l’intensità dell’incentivo, collegandoli proporzionalmente alla profondità dell’intervento di riqualificazione, garantendoli a chi ne ha davvero bisogno e togliendo limiti alla circolazione dei crediti fiscali. La crisi energetica e l’aumento indiscriminato dei prezzi dell’energia faranno il resto rendendo i tempi di ritorno degli investimenti sempre più brevi.

Simone Martino
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Simone Martino

Classe 1978. Giornalista pubblicista. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma. Scrive per Italianews.press su Economia Circolare e Sostenibilità.

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