Alla decisione della Commissione Europea di inserire gas e nucleare nella tassonomia verde si oppongono diversi Paesi Europei, parte della maggioranza di governo italiano e le associazioni green.
Bruxelles, dopo vari rinvii, ha presentato la parte finale della proposta per la classificazione degli investimenti coerenti con il Green Deal. Mossa azzardata della commissione di Ursula von der Leyen che sfida il Parlamento euoropeo sull’inserimento di gas e nucleare nella tassonomia.
Ma che cosa è la Tassonomia?
La Tassonomia, che significa ‘regole di classificazione’, mira a guidare gli investimenti privati verso le attività economiche che ‘contribuiscono sostanzialmente’ a conseguire la transizione energetica necessaria per raggiungere il traguardo zero emissioni al 2050.
E’ quindi un sistema di classificazione che stabilisce una lista di attività economiche sostenibili a livello ambientale fornendo agli Stati membri e alle aziende private un quadro normativo chiaro e certo, in grado di stimolare gli ingenti investimenti di cui ci sarà bisogno per passare a un’economia circolare.
Un quadro normativo che sta ancora prendendo forma, infatti, al regolamento sulla tassonomia sostenibile, entrato in vigore il 12 luglio 2020, si è poi aggiunto un primo atto delegato, che è entrato in vigore il 1° gennaio 2022.
Dunque per sostenere la sfida del Green Deal, ossia la strategia che l’Europa si è data per diventare una società a impatto climatico zero entro il 2050, servono non solo fondi pubblici, come quelli del Next Generation EU, ma anche finanziamenti privati. La tassonomia serve quindi per comprendere quali investimenti possano ritenersi green e quali no.
La posizione della Commissione Europea
Il Commissario Mairead McGuinness nega ogni accusa di greenwashing: “Gli Stati membri restano pienamente responsabili delle proprie strategie energetiche”.
La Commissione Ue ritiene che «Tenendo conto dei pareri scientifici e dell’attuale progresso tecnologico, nella transizione vi sia un ruolo per gli investimenti privati nel gas e nelle attività nucleari. Le attività nel settore del gas e del nucleare selezionate sono in linea con gli obiettivi climatici e ambientali dell’Ue e ci consentiranno di accelerare il passaggio da attività più inquinanti, come la produzione di carbone, verso un futuro climaticamente neutro, basato principalmente su fonti di energia rinnovabile»
Allo stesso tempo, però, queste attività economiche non dovranno causare ‘danni significativi’ agli altri quattro obiettivi ambientali previsti (oltre agli obiettivi climatici) dal Regolamento generale Ue sulla Tassonomia: economia circolare, riduzione dell’inquinamento, protezione della biodiversità, tutela degli ambienti acquatici.
Diviso il fronte del Green Deal
Tra gli Stati Membri emergono pareri contrastanti sulla tassonomia verde. Da un lato vi è il fronte degli Stati contrari rappresentato al momento da Germania, Austria, Spagna e Lussemburgo. Favorevoli all’entrata di gas e nucleare nella classificazione delle attività sostenibili ci sono Francia, Finlandia e Repubblica Ceca.
L’Italia che con il Commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni, per ora ha espresso riserve, vede divisi i partiti che costituiscono l’attuale maggioranza di governo. Se, infatti, M5S, PD e Leu fanno quadrato contro una decisione ritenuta inaccettabile, sul fronte opposto, esulta la Lega.
“Più gas, per pagare bollette meno care, e avvio della ricerca sul nucleare pulito e sicuro. Bene l’Europa, ora il governo Draghi sia conseguente e abbandoni i No ideologici”, spiega il leader della Lega. Più cauta Forza Italia che considera “l’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia inevitabile”, ma invita a non dimenticare che “queste fonti presentano delle criticità”.
La ferma opposizione delle sigle ambientaliste
Nettamente contrarie sono le associazioni ambientaliste. Legambiente annuncia una mobilitazione insieme a tutti gli ambientalisti europei per far rigettare la proposta.
Per Greenpeace Europa “qualcuno sta cercando di togliere miliardi di euro alle rinnovabili per buttarli in tecnologie che non fanno nulla per contrastare la crisi climatica o peggiorano attivamente il problema. Questa proposta antiscientifica dell’Unione europea è il più grande esercizio di greenwashing di tutti i tempi e si fa beffe delle sue pretese di leadership globale sul clima e sull’ambiente”.
Il Wwf chiede al Parlamento Ue (che dovrà esprimersi entro sei mesi) di respingere l’atto votato dalla Commissione, che – scrive – “ha ceduto oggi alle pressioni della Francia e di altri Paesi, pubblicando una serie di regole di finanza sostenibile che faranno un danno enorme all’Ue e all’azione globale per l’ambiente”.