Alda merini, una delle poetesse più celebri e famose del 1900, si mostrò fin dalla sua giovane età come una ragazzina sensibile, solitaria e malinconica.
Nasce il 21 marzo del 1931 a Milano frequenta le scuole professionali e vorrebbe tanto frequentare il Liceo Manzoni ma non supera la prova di ammissione di italiano. Tuttavia grazie al suo mentore riesce ad esordire come scrittrice a soli 15 anni. Poesia e manicomi saranno due costanti della sua vita. Nel 1947, ha soltanto 16 anni, viene internata per un mese nella clinica psichiatrica di Villa Turro: le viene diagnosticato un disturbo bipolare. Alda ha quattro figlie: Barbara, Flavia, Emanuela e Simonetta. Nel 1958, in seguito alla sua seconda gravidanza, Alda ha una depressione post partum, viene internata in un ospedale psichiatrico e nulla ritornerà come prima.
Alda smette di scrivere per vent’anni. Ritorna a farlo nel 1979, raccontando l’esperienza del manicomio.

Tra le innumerevoli opere della poetessa dei Navigli ricordiamo sicuramente “La pazza della porta accanto”. L’opera scritta in prosa è divisa in quattro capitoli: l’Amore, il Sequestro, la Famiglia, il Dolore all’interno dei quali Alda Merini racconta la sua vita particolarmente travagliata fatta di manicomi e follia. Il libro non presenta una narrazione lineare ma è costituita di ricordi, pagine di diario, annotazioni e flashback. L’opera pur essendo stata scritta in prosa presenta un incipit in versi:
“Il manicomio è una grande cassa
con atmosfere di suono
e il delirio diventa specie,
l’anonimità misura,
il manicomio è il monte Sinai
luogo maledetto
sopra cui tu ricevi
le tavole di una legge
agli uomini sconosciuta”.
“La pazza della porta accanto” raccoglie le sofferenze, gli amori impossibili, i ricordi, l’isolamento e la sensazione di non essere creduta da nessuno della poetessa. Alda Merini si abbandona ad un racconto senza censure né parole tenere, scrive dei sequestri in manicomio e della sua malattia con una tranquillità sconvolgente.

Purtroppo depressione, follia ed isolamento ancora oggi colpiscono la vita di molte persone ed in molti casi si tratta di giovani adolescenti. Come successe alla stessa Merini all’età di 16, anche oggi molti ragazzi si trovano nella stessa situazione. L’adolescenza è, infatti, un periodo di confusione caratterizzato da diversi cambiamenti d’umore e da eventi emotivi.
I ragazzi si trovano tutti i giorni ad affrontare sfide, problemi sociali e di integrazione, affermazione delle proprie idee e della propria originalità. Tutto questo è complicato e difficile da affrontare, soprattutto per un ragazzo che ancora non ha sviluppato a pieno la propria personalità e il proprio carattere perciò le pressioni sociali e le sfide del mondo esterno possono essere, spesso, causa di ansia, angoscia e smarrimento.
Ognuno, in base alla situazione in cui si trova ad agire, si comporta in modo diverso: chi si circonda di persone chiedendo l’aiuto altrui e chi, invece, per paura di non essere compreso o accettato si chiude in sé stesso reagendo con passività oppure presentando un atteggiamento ribelle.

Tuttavia solo recentemente questi fenomeni sono stati sottoposti ad una più attenta analisi; infatti, nei tempi passati, generalmente i medici parlavano di questi comportamenti come un passaggio normale dall’età adolescenziale (periodo di smarrimento) a quella adulta. In realtà queste situazioni non presentano sempre una condizione normale ed accettabile in quanto molti ragazzi si ammalano di depressione raggiungendo livelli talmente elevati da spingerli al suicidio.
Per questo motivo è molto importante riconoscere i sintomi di questa malattia in modo da aiutare e spronare le persone che ne soffrono. Tutte le persone provano, dentro di loro, molteplici sentimenti dall’ansia, alla tristezza alla felicità e all’euforia ma una persona affetta da depressione si sentirà costantemente da solo, isolato, non accettato fino a chiudersi in sé stesso.
La varietà di sentimenti e sensazioni che percepiamo sono sempre dovute ad un evento che, in modo negativo o positivo, ha condizionato il nostro stato d’animo. La depressione porta le persone ad avere sfiducia nella vita e lo shock provocato da un determinato evento sarà talmente forte da non permettere a quella persona di potercela fare da sola.
Fino ad oggi circa 800 mila giovani sono affetti da depressione, queste sono cifre allarmanti ma che allo stesso tempo ci fanno riflettere. Queste persone sentono dentro di loro una pressione e una solitudine tanto forti da non essere capaci di amare la vita e saperla affrontare, forse la stessa poetessa, con la sigaretta in mano e le mani sporche di inchiostro, che girava fra i freddi e bui corridoi dei manicomi cercava qualcuno su cui contare ma alla fine solo la poesia è riuscita a salvarla.
Noemi Lattone (Liceo Classico D. Alighieri Latina Progetto Alternanza scuola lavoro)