Trento prima, Milano quinta, Lecce e Bari tra le prime 50 e Roma al 78esimo posto. Secondo lo Smart City Index 2020 di Ey, il grado di equilibrio tra mobilità, energia e ambiente è stato raggiunto da molte delle città italiane più importanti.
Le circular city sono già state etichettate come le città del futuro e traducono la visione delle città intelligenti (focalizzata principalmente sulle nuove tecnologie e sui vantaggi che possono offrire), in una in cui le tecnologie continuano ad avere un ruolo importante ma inserite in una prospettiva olistica in cui gli obiettivi sono di competitività economica, sostenibilità ambientale e inclusione sociale.
Una città circolare istituisce un sistema urbano rigenerativo, accessibile by-design. Questa tipologia di città – che confidiamo esser sempre più presente – mira ad eliminare il concetto di scarto, rifiuto e di spreco, a mantenere i beni al valore più alto in ogni momento grazie al supporto della tecnologia e del digitale.
Una Città Circolare cerca di generare prosperità, aumentare la vivibilità e migliorare la resilienza per la città stessa e per i propri cittadini. In generale, una città circolare è una città che diventa razionale nell’uso dell’energia, nell’utilizzo del verde e degli orti urbani. Una città che valorizza tutto quello che può dare qualità all’ambiente, promuovendo al tempo stesso un’occupazione sempre più qualificata.
Ma quali sono i requisiti di una città circolare?
Nella classifica delle città sostenibili devono essere presenti alcuni elementi “intelligenti”. I requisiti per diventare una smart city spaziano dalle tecnologie più innovative fino al cambiamento di alcune abitudini dei cittadini.
La città sostenibile deve avere: quartieri e case basate sull’IoT dove i sistemi elettronici controllano la qualità dell’aria, dell’acqua e delle temperature degli edifici. L’internet delle cose può infatti permettere una gestione integrata di ogni componente domestica e ottimizzare tutti i consumi, anche con controllo da remoto; orti urbani e spazi verdi come, ad esempio, le coperture verdi per i tetti, in grado di assorbire la CO2 prodotta ed isolare termicamente l’edificio sia in estate che in inverno; la gestione delle code tramite app per fornire servizi efficienti ai cittadini per fare la spesa o pagare le bollette e la possibilità di offrire lo smart working per ridurre l’inquinamento e il traffico delle città.
Inoltre, in una città circolare deve essere presente: una pubblica amministrazione che utilizzi solo documenti digitali per fermare il disboscamento ed evitare di produrre inutili rifiuti cartacei; le scuole e luoghi di aggregazione culturale per i giovani aperti anche nel pomeriggio; una maggiore collaborazione tra cittadini, pubbliche amministrazioni e forze dell’ordine per mantenere il decoro urbano e garantire il pieno rispetto delle regole; l’utilizzo di ogni tipo di tecnologia applicata al risparmio energetico come i sistemi fotovoltaici, i microeolici e il solare termico.
Incentivi per i cittadini virtuosi, mobilità condivisa e riqualificazione urbana
Se necessario occorrerebbe premiare i cittadini virtuosi che svolgono correttamente la raccolta differenziata, incentivare chi sceglie la mobilità sostenibile e mettere a disposizione per i cittadini mezzi pubblici ecologici, servizi di car sharing e taxi elettrici.
Fondamentale è anche la riqualificazione dei suoli e delle strutture già esistenti, mettendo a disposizione dei costruttori tutte le ultime tecnologie nell’ambito edile per ridisegnare le città in chiave green.
Molte città italiane hanno già raggiunto l’equilibrio tra mobilità, energia e ambiente.
Secondo lo Smart City Index 2020 di Ey, uno studio che analizza lo sviluppo di infrastrutture delle province italiane e la loro capacità di innovare offrendo servizi di qualità ai propri cittadini, il grado di equilibrio tra mobilità, energia e ambiente è stato raggiunto da molte delle città italiane più importanti.
Al primo posto della lista delle città con la migliore qualità di vita, e quindi più sostenibili, c’è la nordica Trento. Il titolo di “città green” è stato assegnato al capoluogo trentino per il secondo anno consecutivo grazie all’adozione di pratiche, tecnologie e infrastrutture volte in particolare al miglioramento delle reti energetiche e ambientali (comprensive di riscaldamento, illuminazione, verde urbano, acqua e rifiuti) distribuite ai cittadini tramite metodi rinnovabili.
La seconda e la terza risultano essere rispettivamente Torino e Bologna. Mantova è al quarto posto della classifica generale, ma al primo in quanto città sostenibile nella fascia dei centri urbani con popolazione inferiore a 80mila abitanti. Il Comune lombardo ha investito molto sulla mobilità sostenibile e sull’ambiente, riducendo i veicoli inquinanti, riqualificando gli impianti di depurazione, le reti idriche e sul verde urbano.
Milano al quinto posto, si è distinta come prima città italiana per mobilità sostenibile grazie ai servizi di sharing mobility: più auto elettriche e ibride, più colonnine di ricarica, più zone a traffico limitato e meno 100mila veicoli inquinanti (tra il 2002 e il 2018) circolanti in città. Al Sud spiccano le pugliesi Lecce e Bari che si posizionano fra le prime 50, grazie agli interventi per la mobilità sostenibile cittadina e le politiche ambientali adottate, superando la Capitale, che occupa il 78esimo posto.