Lucio Battisti, nato il 5 marzo 1943 in provincia di Rieti, è oggi legittimato quale vero e proprio genio della musica. Famosissimo tanto in Italia quanto all’estero, alcune frasi dei suoi testi sono entrate nel linguaggio comune alla pari dei proverbi; per citarne una: «Lo scopriremo solo vivendo», tratta da Con il nastro rosa. L’artista è sicuramente noto al pubblico per la sua intensa e fruttuosa collaborazione con Mogol, che ha portato alla composizione di alcune delle canzoni simbolo della musica italiana.
Ma perché non approfondire la sua persona, per conoscere aspetti non così noti?
Partecipa come interprete al Festival di Sanremo soltanto una volta: durante la diciannovesima edizione, quando si classifica nono con il brano Un’avventura. Nel 1969 è ospite nella trasmissione televisiva Speciale per voi, condotta da Renzo Arbore, dove lo vediamo porre fine a una serie di domande impertinenti e critiche feroci, che gli vengono rivolte dai giovani del pubblico.

decide di ritirarsi completamente dalla scena, non apparendo più neanche nelle copertine dei suoi album. Il tour dell’estate del 1970 è l’ultimo della sua carriera. Le motivazioni: “Intendo conservare la mia autonomia, la mia personalità per quanto possibile, e una delle cose che ti spersonalizzano al massimo sono le serate.”; “Non faccio tournée né spettacoli perché mi sembra di vendermi, di espormi in vetrina: io voglio che il pubblico compri il disco per le qualità musicali e non per l’eventuale fascino del personaggio.”
In seguito è poi emerso un ulteriore fattore: Mogol avrebbe influenzato la decisione del cantante, consigliandogli di interrompere i concerti anche per evitare accuse inerenti il suo schieramento politico. Nonostante molti abbiano cercato di farlo schierare politicamente, Battisti si è sempre definito non interessato alla politica. Certamente una grande differenza con i suoi colleghi, che negli anni Settanta trattavano di politica nelle loro canzoni. Discostandosi da tutti loro, cantava di amore e amicizia, ma probabilmente tali tematiche non soddisfacevano la maggioranza, che arrivò ad insinuare che Battisti fosse fascista semplicemente per spiegare l’assenza dell’impegno sociale dalle sue canzoni, in un periodo in cui tutti i cantautori scrivevano canzoni impegnate.
Gianfranco Baldazzi, in La canzone italiana del Novecento scrisse che «… la critica discografica – schierata a fianco della canzone di protesta in maniera perfino maniacale – versò fiumi d’inchiostro… siccome né Battisti né Mogol si schieravano politicamente verso la canzone d’impegno, fece di tutto per dimostrare l’inconsistenza, quando non la malafede, della premiata ditta che sembrava aver l’appalto dei primi posti delle hit paredes».
Le assurdità non finirono e da qui scaturì un fiorire di dettagli il più delle volte fantasiosi: vennero costruite forzate interpretazioni dei versi di alcuni brani, come La canzone del sole, nella quale i riferimenti al «mare nero» e alla «fiamma» avrebbero dovuto richiamare la simbologia fascista. Si fece di tutto, quindi, per affibbiare a Battisti un’etichetta che probabilmente neanche lui riconosceva.

Sicuramente non tutti sanno che nel 1970 Battisti e Mogol decidono di spostarsi da Milano a Roma a cavallo, in un viaggio rivoluzionario per l’epoca e testimone della loro splendida amicizia. Su Tv Sorrisi e Canzoni viene pubblicato il racconto dell’intero viaggio, scritto dal cantante, che ci dice: “Lo spirito è quello di provare a noi stessi che possiamo farcela, e quello di godere, senza preoccupazioni, di un vero contatto con la natura, per curarci un po’ delle malattie della nostra vita di lavoro, di fretta, di angosciosa corsa contro il tempo“. Mogol, invece, durante un’intervista del Tg2, riporta un simpatico episodio della cavalcata.
Lo splendido viaggio porta alla nascita del brano Emozioni, che sembra essere una vera e propria telecronaca dell’avventura.
Ci troviamo nella seconda metà degli anni ottanta quando, dopo la fine del sodalizio con Mogol, comincia la collaborazione diretta, meno conosciuta, tra Lucio Battisti e Pasquale Panella. Da questa nasceranno canzoni spesso addirittura incomprensibili e che non raggiungeranno mai i livelli di quelle della precedente collaborazione.
Lucio Battisti muore la mattina del 9 settembre 1998, all’età di 55 anni. Le cause della morte non sono mai state specificate. I funerali si sono svolti a Molteno in forma privata, con la partecipazione di appena 20 persone, tra queste Mogol.
Ilaria Pretagostini (Liceo Classico D. Alighieri Latina Progetto Alternanza scuola lavoro)