“Non sono il capo, ma il leader di una comunità. Da domani unità e cambiamento”. Queste sono le parole di Nicola Zingaretti, proclamato segretario nazionale del Pd con il 66% dei voti.
Il neo segretario ha iniziato il suo impegno civile prendendo parte al movimento per la pace nel 1982, quando aveva appena diciassette anni; da quel momento il suo percorso è sempre stato attivo e costante nel tempo, sia in Italia che all’estero.
Nel 1991 viene eletto Segretario Nazionale della Sinistra Giovanile e l’anno successivo Consigliere Comunale di Roma: sono anni di impegno e di lotta, dalla legalità alla difesa dell’ambiente, tema particolarmente importante per Nicola Zingaretti, tanto da dedicare la sua vittoria a Greta Thunberg, una giovane attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico.
L’era zingarettiana del Pd è, dunque, nata definitivamente il 17 marzo 2019, in un’Assemblea affollatissima, forse la più partecipata di sempre con oltre 2.000 persone tra delegati e ospiti.
Zingaretti viene proclamato segretario da parte del presidente della Commissione Congresso, Gianni Dal Moro, dopo la lettura dei risultati definitivi delle primarie, che vedono il candidato Martina al secondo posto con il 22% dei voti, e Giachetti all’ultimo con il 12%.
Quattro sono i pilastri del nuovo Pd di Zingaretti, in primo luogo cita le infrastrutture materiali, ciò significa che solo con una svolta green si può tornare a produrre ricchezza: la riconversione ecologica dell’economia è il futuro.
Il secondo pilastro sono le infrastrutture immateriali, ovvero la Rete.
A seguire ci sono le infrastrutture della conoscenza: il segretario dichiara che debba essere doveroso investire sulla scuola e sull’istruzione pubblica come architrave di un’ampia operazione di crescita culturale. Quarto, infine, è il welfare e la sanità: “Non crediamo nella monetizzazione del welfare, ci batteremo per la sanità pubblica.”.
Inoltre, Zingaretti dichiara che, per rendere possibili questi quattro propositi, bisogni cambiare tutto, iniziando anche a dare maggiore importanza alle donne e portando a termine lo scopo reale ed iniziale del Partito.
Dopo la chiusura dell’Assemblea, il primo atto di Zingaretti da segretario è stato quello di portare una corona commemorativa a Porta San Paolo, luogo simbolo dell’inizio della Resistenza romana.